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Un giorno sull'Etna

Con l’ausilio di un vulcanologo, si potrà conoscere ed apprezzare l’inestimabile patrimonio naturale ricco di svariati contrasti: dalle aspre colate di basalto alle folte pinete, dalle misteriose grotte di scorrimento lavico ai singolari conetti che punteggiano il paesaggio. Possibilità di trasformare in compito in classe la giornata di escursione sul nostro Vulcano grazie ad un questionario che verrà consegnato all’Insegnante di Scienze.
 
PERCORSO N°1 - Salinelle di Paternò, Casa del Vescovo e Monti Rossi
 
SALINELLE DI PATERNO’. Paese di partenza: Paternò. Quest'area rappresenta una rara e spettacolare testimonianza dell'attività postmagmatica ricadente nel territorio di Belpasso, in località Vallone Salato. Il paesaggio, paragonabile a quello "lunare", presenta una serie di piccoli vulcanetti attivi, accanto ad altri ormai spenti, dai quali vengono emessi acqua salata, fango, numerosi tipi di gas tra cui anidride carbonica ed azoto ed, infine, tracce oleose di idrocarburi. Possono essere paragonate ad un vulcano in miniatura; infatti si presentano con la tipica forma conica, che culmina con dei crateri sommitali perennemente attivi.
La vegetazione in corrispondenza del vulcanetto è completamente assente, mentre più a valle si sviluppa un fitto canneto grazie al ristagno dell'acqua che fuoriesce dai vari orifizi. Tutt'intorno, sono presenti fichi d'India, alberi di ulivi e piccoli graziosi vigneti.
In quest'ambiente trova il suo habitat naturale la volpe, predatrice di piccoli roditori come ad esempio i conigli; vivono, altresì, specie animali quali l'istrice, il riccio, gazze, merli e piccoli rapaci.
Le Salinelle, oltre a rappresentare un importante bene naturale, sono state da sempre utilizzate dall'uomo per gli usi più vari; infatti l'argilla veniva presa per realizzare mattoni, tegole e, in alcuni casi, veniva utilizzata anche per scopi terapeutici, mentre l'anidride carbonica veniva estratta per poi essere commercializzata.
CASA DEL VESCOVO. Paese di partenza: Pedara. Il sentiero si snoda nei pressi di Casa del Vescovo e di Monte Serra Pizzuta Calvarina, due località non molto note del versante sud dell’Etna. Si tratta di un itinerario adatto a comitive di scolaresche. L’unica difficoltà è rappresentata dal ristretto orlo del cratere di Monte Serra Pizzuta Calvarina. Si vedranno, nei pressi di un caseggiato, opportunamente recintate, quattro cavità laviche a pozzo un tempo adibite all’immagazzinamento della neve, una volta commerciata in tutta la Sicilia e Malta.
MONTI ROSSI. Paese di partenza: Nicolosi. Si tratta di un sentiero molto interessante, che non presenta nessun problema di orientamento. E’ un itinerario adatto a comitive anche numerose, e possiede un notevole valore non solo paesaggistico, ma anche storico (eruzione del 1669). Una particolare caratteristica di questa cima è la presenza di un evidente affioramento di tufi e piroclastiti stratificati ed ossidati a causa dell’esposizione subaerea (da cui il nome di Monti Rossi, che si era sostituito all’originario nome di Monte della Ruina), e di sparsi cristalli di augite, sovente geminati.
 
PERCORSO N°2 - Monte Nero degli Zappini
 
Paese di partenza: Nicolosi. Si tratta di un itinerario di facile percorrenza, adatto a gruppi numerosi, che consente di osservare, nello spazio di 4.5 km, numerose caratteristiche dell’ambiente etneo quali conetti, colate laviche, grotte, «pietrecannoni», torrenti, etc.
L’itinerario si snoda ad anello nei pressi di Monte Nero degli Zappini, un cono di scorie situato ad ovest di Monte Vetore, facilmente raggiungibile da Nicolosi. Si risale in direzione di Monte Vetore, arrivando ad un cippo del Parco dell’Etna. Da lì l’entrata del sentiero è evidente; l’ingresso è costituito da un passaggio in pietra lavica che impedisce l’ingresso ai mezzi a motore. Il sentiero di Monte Nero degli Zappini è il primo dei “Sentieri Natura”, istituito dall’Ente Parco nel luglio del 1991; si presenta ben tracciato e segnalato con evidenti pilieri in pietra lavica e paletti di legno dipinti di giallo, presenti nel bosco.
 
 
PERCORSO N°3 – Monti Sartorius
 
Paese di partenza: Linguaglossa. Questo itinerario si sviluppa ad anello nei pressi dei Monti Sartorius, una serie di sette conetti allineati a «bottoniera», siti nelle vicinanze del Rifugio Citelli. E’ un sentiero che si presta bene, almeno per la parte iniziale, a gruppi numerosi e scolaresche. Il sentiero è marcato da pilieri in pietra lavica, che segnalano appositi punti di osservazione (P.O.), e da paletti di legno dipinti di giallo nella parte superiore. Dopo aver attraversato una zona ricca di betulle (Betula aetnensis), si arriva al primo piliere (P.O. 1), che indica una radura a graminacee (Festuca e Poa) con cespi odorosi di tanaceto e pulvini di spino santo (Astragalus siculus). Ben evidenti i Monti Sartorius, originatisi dall’eruzione del 1865, iniziata il 30 gennaio e prottratasi per oltre 150 giorni, con un volume di oltre 96 milioni di metri cubi di materiale incandescente. I Monti Sartorius sono dedicati alla memoria del barone tedesco Sartorius von Waltershausen, autore di un’accurata cartografia dell’Etna e di un testo in due volumi (Der Aetna), pubblicato postumo nel 1880.
 
 
PERCORSO N° 4 - Bocche eruttive del 1928
 
Paese di partenza: Fornazzo (frazione di Milo). Si tratta di un itinerario di non difficile percorrenza, adatto alle comitive, anche numerose.
Meta di questo itinerario sono le bocche dell’eruzione del 1928, site nei pressi di Ripe della Naca. Si tratta dell’eruzione che devastò l’abitato di Mascali risparmiando invece il paese di S. Alfio. Si parte dalla Chiesa principale di Fornazzo, affiancata da un alto campanile, e si procede verso Linguaglossa. Giunti sul sentiero si passa tra noccioleti, cerreti e castagneti e nell’arco di circa un’ora si arriva alle bocche eruttive del 1928.
 
PERCORSO N° 5 – Monte Zoccolaro
 
E’ un itinerario di media difficoltà che consente, nell’arco di un’ora di raggiungere la vetta di Monte Zoccolaro, autentico belvedere naturale dal quale è possibile osservare la Valle del Bove in tutta la sua ampiezza. E’ adatto ad escursionisti mediamente allenati, causa la notevole ripidità e la presenza di vertiginosi strapiombi a poca distanza dal tracciato. Il punto di partenza è costituito da uno piazzale dal quale si osserva molto bene la sottostante Val Calanna. Si possono osservare le colate del 1991-93 e del 1950-51, Monte Calanna e Monte Fior di Cosimo; ben evidente anche un dicco emergente. Dopo pochi minuti si perviene nei pressi del P.O. 4, da dove si può osservare chiaramente la Valle del Bove. Ben visibile, da questo punto, la Serra delle Concazze, i Pizzi Deneri, etc. L’escursione si conclude sulla cima di Monte Zoccolaro (P.O. 5), dove si rinviene una croce di ferro ed un altare. Da qui è possibile osservare la Valle del Bove, le sue Serre, i numerosi dicchi, Rocca Capra, Rocca Musarra, i Monti Centenari, Monte Rittmann, etc. A sud si riconosce facilmente in primo piano Monte Pomiciaro e sullo sfondo la Piana di Catania e la riviera della Playa. Il ritorno richiede poco più di mezz’ora di percorrenza.